Sottrarre “il corpo del condannato” alla vista della folla è uno dei motivi che ha spinto il sistema penale a inventare la prigione e a sospendere le esecuzioni pubbliche. Il potere nasconde il criminale alla vista, perché non ritiene più necessario esporne il supplizio al godimento (o alla rabbia) popolare.
Il carattere pubblico del supplizio, il ludibrio, permetteva al re di mostrarsi più forte del criminale, che con il suo gesto non aveva attaccato soltanto la vittima, ma anche il fondamento del potere reale di legiferare.
E’ interessante notare l’atteggiamento di Matteo Salvini e Alfonso Bonafede, che nel caso di Cesare Battisti decidono di riesumare la funzione taumaturgica del corpo del condannato. Segnala, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, la regressione della forma e della sostanza della nostra politica e del suo utilizzo delle immagini.
Può tuttavia anche essere un’occasione per rileggere Sorvegliare e punire di Foucault. Non tutto, basta il primo capitolo.