Politica

Pensare l’emergenza

C’è un libricino illuminante scritto da un giurista americano, Bruce Ackerman, che si chiama “The Emergency Constitution”. È un saggio pubblicato dalla Yale Law School in cui l’autore sostiene che le costituzioni delle democrazie liberali non sono pronte ad affrontare le emergenze, e c’è quindi bisogno di prepararsi in anticipo.
Meglio avere procedure chiare per quando le crisi verranno che andare a tentoni quando sono già arrivate. La riflessione verte sulla minaccia terroristica, Ackerman scrive nel 2004 e il ricordo dell’attacco alle torri gemelle è ancora molto vivido, ma la sua riflessione può aiutarci a ragionare oggi.
Esempio: uno dei primi temi affrontati da Ackerman è se sia possibile catalogare il terrorismo come “guerra”. La risposta è no, perché questo consegnerebbe poteri sproporzionati al governo rispetto alla minaccia che deve affrontare. Vale lo stesso per il virus. Utilizziamo la parola guerra perché è l’unica esperienza totalizzante di cui abbiamo memoria; non perché vissuta, ma perché tramandata da testimoni oculari alla maggior parte di noi e ancora “fresca”. D’altronde le società sono fatte più da morti che da vivi.
Naturalmente il contesto che viviamo oggi è diverso da quello post 9/11. Le sfide sono diverse. C’è un solo tratto in comune: l’emergenza e la possibilità che questa comporti restrizioni delle nostre libertà che permangano quando tutto sarà finito. Anche perché: chi ci garantisce che lo sarà?
Ecco perché chi ha il lusso di non dover affrontare concretamente i problemi sanitari e logistici può cominciare a riflettere. Tempo ne abbiamo, mi pare.
Ciò non implica intervenire immediatamente, o anche a brevissimo termine, per costituzionalizzare procedure emergenziali che consentano di affrontare lo scoppio e le conseguenze di un’epidemia. Sarebbe addirittura controproducente. Come scriveva Ackerman, possiamo però ragionarci: “il pensiero costituzionale non ha altra scelta che discutere, con i suoi ritmi. È il momento di buttare la palla nel campo della speculazione legale e invitare altri a giocare il gioco. Forse ne verrà fuori qualcosa di buono”.
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