Il Partito Democratico è andato al governo con il Movimento 5 Stelle anche perché è convinto di “romanizzarlo”, cioè di farlo diventare un partito di sistema, parte di un’alleanza più ampia che per il momento definisce la propria identità in quanto argine a Matteo Salvini, e in quanto “vera” sinistra, finalmente libera da Matteo Renzi.
Ecco perché, fin dall’inizio della trattativa, i dirigenti dem non nascondevano il vero obiettivo del governo: trasformare i 5 stelle in un alleato politico, con cui governare comuni e regioni. Un esponente della sinistra Pd, appena uscito dalla direzione del partito tenuta alla Camera il 28 agosto, era già chiarissimo: “Se facciamo il governo poi andiamo fino in fondo, è chiaro che in questa ricomposizione politica il M5S diventa una forza di sinistra con cui siamo naturalmente alleati”.
Oggi Luigi Di Maio, a New York da ministro degli Esteri, ha detto esplicitamente che parlerà con il Pd, perché “dobbiamo mettere fine a questo mercato delle vacche, sia dei parlamentari che passano in altri gruppi sia dei gruppi che li fanno entrare. È arrivato il momento di introdurre in Italia il vincolo di mandato”. Il leader del Movimento 5 Stelle non soltanto ha ancora una volta ribadito di voler superare uno dei principi cardine della democrazia rappresentativa, ma ha subito annunciato che il suo partito chiederà il pagamento di 100.000 euro ai parlamentari eletti con il Movimento 5 Stelle passati ad altri gruppi.
Il codice etico del Movimento 5 Stelle prevede, all’articolo 5, una sanzione per chi lascia il gruppo parlamentare. La formulazione è chiara, ed è sempre stata molto criticata e presa in giro dagli esponenti del Partito democratico.
Gli oneri per l’attività politica e le campagne elettorali sono integralmente a carico del MoVimento 5 Stelle, ciascun parlamentare, in caso di:
- – espulsione dal Gruppo Parlamentare del MoVimento 5 Stelle e/o dal MoVimento 5 Stelle;
- – abbandono del Gruppo Parlamentare del MoVimento 5 Stelle e/o iscrizione ad altro Gruppo Parlamentare;
- – dimissioni anticipate dalla carica non determinate da gravi ragioni personali e/o di salute ma da motivi di dissenso politico;
sarà obbligato pagare al MoVimento 5 Stelle, entro dieci giorni dalla data di accadimento di uno degli eventi sopra indicati, a titolo di penale, la somma di € 100.000,00 quale indennizzo per gli oneri sopra indicati per l’elezione del parlamentare stesso.
Saranno i barbari a essere romanizzati, o accadrà il contrario?